ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci
collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino
voce fuori campo Roberto Herlitzka
scena Katia Titolo
luci Gianni Staropoli
effetti video Andrea Giansanti
ambiente sonoro Fabrizio Spera
effetti sonori Antonello Lanteri
tecnico Nicola Mancini
organizzazione Laura Caruso
regia Luca Ricci
produzione CapoTrave
con il sostegno di Kilowatt Festival e Regione Toscana
residenze creative presso Centrale Preneste, Kollatino Underground, Angelo Mai e Cinema Teatro Palazzo di Roma, Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino (Ar)
grazie a Rafaele Morellato Lampis, Pietro Naglieri, Emilio Vacca, Teatro Argot
Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba.
Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio.
I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta.
Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”.
Lun – Ven : 9:30 – 18:30